Por Elisa Audino/NiederGassen.
«Lei viene da un’isola che aveva voluto costruire il paradiso», è l’inizio del primo romanzo di Zoé Valdés tradotto in Italia, Il nulla quotidiano, lo stesso che le è costato l’esilio forzato da Cuba e che meglio sintetizza nell’incipit il suo lavoro di autrice – prosa e poesia – e sceneggiatrice. «Sarebbe come qualsiasi altra donna se non aprisse gli occhi», occhi di fuoco in cui l’accettazione dello stato delle cose è in lotta con un grido che, dice, non è in grado di far tacere. Il passato non è mai fine a se stesso però e, anzi, si immerge nel presente, nel languore, la nostalgia si fa carne viva, membri esplicitati, passione di cui si riconosce anche la pura e semplice funzionalità del piacere…